sabato 25 febbraio 2012

Il Castello di Sarzano, Il Carrobbio e la neve

Ieri verso le 17,00 sono andata a Casina per fare un pò di spesa e per andare in Farmacia, e senza un motivo preciso invece di scendere per Casina,  al Carrobbio, ho preso la strada per il Castello di Sarzano. Mi andava di ammirare la vista innevata di Casina, che spero sia l'ultima di quest'inverno però!

                                               Torre del Castello di Sarzano

http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it/page.asp?IDCategoria=2949&IDSezione=21385&ID=372396




                                                     Mio fratello Joe a Sarzano



 vista del Castello dallo spechietto retrovisore della mia auto

 Chiesetta - Santuario della  Madonna del Carrobbio.
Qualche cenno preso da : http://www.appenninoreggiano.it/database/iat/iat.nsf/sottocatcomuni/8F4EC870051EEB2CC12568580051DCD1?OpenDocument&com=Casina&

Il nome Carrobbio deriva forse dalla frase dialettale "car dal robi" che significa luogo dove si fermavano i carri che raccoglievano la roba da vendere in città.
Di qui infatti passava la vecchia strada carraia che dal piano, attraverso le zone di Pecorile, Paderna, Paullo, Monchio dei Ferri, conduceva al Castello di Sarzano e a Casina ed inoltre vi giungeva quella proveniente da Canossa.
E' qui che nel 1741 a Domenica Corbelli, giovane pastorella di Antignola (piccolo borgo ai piedi del Castello di Sarzano), apparve la B. V. Maria.
Le apparizioni si ripeterono per diversi giorni e così la giovane, incoraggiata dagli abitanti del posto, chiese alla Madonna cosa desiderasse.
La Madonna rispose che doveva essere costruito un oratorio in quel luogo dove si sarebbero trovate due pietre macchiate di sangue.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1742 e furono portati a termine lo stesso anno.
L'oratorio è costruito in pietre comuni, ad una sola navata, con abside, ha il tetto a due spioventi principali e quello secondario dell'abside a pari altezza. I muri laterali all'esterno sono privi di intonaco e in parte nascosti dai fabbricati aggiunti, come nascoste sono quattro delle sei finestre settecentesche simmetriche disposte e tutte visibili all'interno.
La facciata, intonacata e dal cornicione semplice, presenta un'ampia porta avente ai lati due finestrelle quasi quadrangolari con davanzali e sottostanti inginocchiatoi monolitici infissi al muro. Al di sopra di essa, all'altezza di quelle laterali, ma ben più larga, vi è una finestra dello stesso stile, fiancheggiata da due nicchie e sormontata da un tondo finestrino. Le pareti e le volte interne sono finemente intonacate e presentano parti decorative simmetriche anche nelle tinte a colori diversi. Il complesso ornamentale dell'ancona originaria si allunga con elementi settecenteschi dal pavimento fino al catino; alla base è formato da una lastra verticale di graniglia in cui spicca una croce intrecciata ad una M. Il dipinto, che non presenta né data né firma, rappresenta la Vergine fra le nubi, seduta con le mani aperte, in atto di accogliere il Bimbo.

IL CARROBBIO



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