sabato 12 febbraio 2011

My family - My grandparents and great memories of them. I miei nonni paterni....e i bei ricordi d'infanzia

 Mamma e papà da fidanzati a Tripoli (Libia) Mom and dad  when they still were engaged

Wedding day  - Giorno del Matrimonio

Andando in America in nave da Tripoli passando da Napoli. Mamma era incinta di Joe
Going to America by ship from Tripoli (Libia) passing by Naples. Mom was expecting Joe


Mom, Joe and Dad in Brooklyn, NY





I nonni paterni li vedete con lo sguardo triste in quanto hanno subìto la grossa disgrazia della perdita di un figlio in così giovane età. Mio padre Paolo detto Salvo (Salvatore) aveva appena 37 anni quando perse la vita a New York a causa di un incidene sul lavoro dopo circa 3 anni da  emigrato. Vedete nella foto infatti mia madre, mia nonna Vittora e mio nonno Giudeppe,  in lutto. Io qui avevo 5 mesi e mio fratello Joe quasi 3 anni


 Nonni nella loro casa nel Queens 1978
 Nonni durante la mia visita Ottobre 1980, l'ultima volta che li ho visti
 Joe e Nonna

LA NONNA aveva sempre la casa che profumava di pulito, pizza, ragù, cannelloni, cannoli siciliani e biscotti alla vaniglia. Li metteva nell'ultimo cassettone del mobile in sala da pranzo. Ne faceva tantissime, ci diceva di non mangiarne troppi e che ci controllava: Io e mio fratello andavamo a prenderne in continuazione, e so che lei ci vedeva e sorrideva soddisfatta.
Insatancabile lavoratrice ( ma chissà da chi ho preso) sempre a pulire casa, cucinare o a cucire perchè faceva la sarta per conto terzi.
Nonno invece la mattina faceva la passeggiata per andare a prendere il pane e qualche alimento che mancava. Curava un pò il gardinetto, e faceva qualche commissione. Veniva a prendere me e mio fratello spesso durante i week-end e ricordo che si camminava tanto, ci fermavamo spesso al parco, mi metteva sull'altalena e spingeva. A volte ci si fermava anche per il gelato. Era il classico nonno e lo sapeva fare molto bene. Ricordo ancora che da piccola mi teneva sulle ginocchia, raccontava qualche aneddoto o filastrocca, sempre le stesse, e io non mi stancavo mai di sentirle. Mi faceva il giochino : "QUESTO è L'OCCHIO BELLO, QUESTO è SUO FRATELLO, QUESTA LA CHIESINA, QUESTO I FRATICELLI E QUESTA E' LA CAMPANA CHE FA DIN DON, DIN DON" !!!
Stavamo molto col nonno da piccoli, la nonna lavorava sempre, e aveva tanto da fare. Ma non ci ha mai fatto mancare il suo affetto, sempre pronta a soddisfare i nostri desideri, soprattutto culinarie!
Li adoravo, e per il nonno avevo una vera venerazione.
 1980 - Ciò che ricordo bene dei nonni, nonostante la brutta parentesi è il nonno sempre in vena di scherzare con me, sempre battute e barzellette e la passione che avevano di giocare a carte (scopa) tutte le sere, con la nonna che barava e il nonno che si arrabbiava, ma poi lasciava perdere, tanto era solo per passare il tempo.
Il rosario detto tutti i giorni per mio padre, e le litanie a cui il nonno rispondeva ormai automaticaente "Orapronobis".


Dall'Album dei ricordi: come eravamo! anzi........com'ero!

A volte bisogna guardare l'album dei ricordi per vedere come si cambia con l'andare degli anni. Queste foto vanno dal 1998 al 2004 più o meno
















martedì 1 febbraio 2011

DUE BORGATE MEDIOEVALI VICINO A CASINA

Abito qui da più di 22 anni ormai. La località Il Casello di Casina, è il posto dove ho abitato di più nella mia vita. Una località piccolina nella frazione di Cortogno - Casina.
Casina occupa una posizione geografica centrale nell'Appennino reggiano, a cavallo dei principali bacini fluviali: Crostolo, Tassobbio, Tresinaro, Cerezzola e Campola.
Casina è considerata il crocevia dell'Appennino, equidistante dai bacini dell'Enza e del Secchia. Non si è più in collina, ma non ancora in montagna e copre un’area variegata, compresa fra i 300 e i 700 mt di altitudine, ricca di campi e boschi, di borghi solitari e suggestivi punti panoramici.



La frazione di Cortogno, invece si trova nella Val Tassobbio. Gran parte della montagna, collina e pianura del Reggiano è conosciuta (se non solo dagli studiosi) come un area storicamente legata alla vita di Matilde di Canossa e del suo Principato, e la Val Tassobbio fa parte di questo territorio. Esistono però reperti archeologici e indizi storici che testimoniano siano esistite nella valle, consolidate presenze di vita di piccole comunità migliaia di anni prima del periodo dei Canossa.

per scaricare il volumetto ideata e realizzata dalla Proloco di Cortogno con il patrocinio del Comune di Casina  :
LA VALLE DEL TASSOBBIO - La vita nei secoli pima dei Canossa:




















foto di Davide Costoli

Sulla località Il Casello invece non ci sono cenni storici, se non quelli raccontati da mio zio che è nato e cresciuto qui. Racconta che fin da piccolo i suoi genitori dicevano che era un luogo di ristoro su suna strada mulattiera, dove si fermavano persone di passaggio a cavallo o con i carri in quanto c'era l'acqua buona di sorgente, cosa che è ancora presente oggi.



Il Casello visto dall'alto dove scorre la Campola



Ma torniamo ai nostri due borghi medioevali.
BERGOGNO

E' tra le borgate meglio conservate di tutto il territorio reggiano. e costituisce vivo interesse ambientale e architettonico.

foto di Joe Ganci

La strada che attraversa il paese prosegue con un percorso di antica origine, non carreggiabile, sino al torrente Campola, biforcandosi verso Cavandola/Canossa.

Il paese non è stato interessato da nuove costruzioni, rimanendo così intetto un suggestivo ambiente di corti e case-torre strette le une alle altre.
Secondo il Saccani in questa località doveva trovarsi l'antica chiesa del comune rurale di Monte dei Baratti nominato nelle decime del 1302.  In questa località risiedeva la famiglia dei conti Pegolotti e nel 1632 vi fu fondato un oratorio dedicato alla Concezione di Maria Vergine; l'oratorio fu restaurato nel 1851.
 Il nucleo presenta un impianto a sviluppo lineare disposto sulle falde settentrionali del Poggio Coste, alla destra del torrente Campola. Già con la costruzione della Strada Nazionale, nel 1785, sviluppatasi con un tracciato di crinale ed alte coste, il paese era stato relegato ad un ruolo secondario allacciato alla viabilità con una semplice strada mulattiera o per "birocci", ora completamente asfaltata e transitabile. (fonti: http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it/page.aspIDCategoria=2949&IDSezione=21385&ID=372359 )

Adiacente al borgo ci sono ambienti aridi costituiti da rocce arenacee in cui crescono piante di origine mediterranea e ambienti freschi e umidi generati dalla stretta valle del torrente Campola in cui si incontrano i faggi che di solito vivono a quote più elevate. Varia anche la fauna tra cui i gamberi di fiume.


 
VERCALLO
Vercallo è un nucleo rurale disposto su un piccolo terrazzo tra il Monte Pulce e la profonda valletta del Rio Cerezzola e sorge su rocce di arenaria.  Dal borgo. si possono ammirare la valle dell’Enza e le montagne dell’Appennino parmense.
 
foto di Joe Ganci
Sono molto rare le notizie storiche riguardanti Vercallo. Da questo borgo rurale passava l’antica via matildica che univa il castello di Canossa a quello di Carpineti; altri dati sono ricavabili da ciò che di concreto rimane degli asntichi insediamenti.


Su uno delle sue case si distingue per la particolare seguente dicitura “AMA DIO NON FALLIRE FA BENE E LASCIA DIRE-LI 6 GIUGNO 1671”
È facilmente notabile l'esiguità del territorio coltivabile, sospeso sulla valle boscosa e ripida in fondo alla quale funzionava un mulino detto "del Diavolo", e la lontananza dalle altre borgate di Cortogno da cui dipendeva.
Si notano una casa-torre ed alcune bugne sui muri, forse resti di sculture apotropaiche, e alcuni portali
zigrinati.


Nella zona si conservano aspetti della vegetazione forestale tipici della fascia collinare medio-alta, comunemente denominata “dei querceti e dei castagneti”,che comprende boschi misti di querce, aceri, carpini e frassini.