martedì 1 febbraio 2011

DUE BORGATE MEDIOEVALI VICINO A CASINA

Abito qui da più di 22 anni ormai. La località Il Casello di Casina, è il posto dove ho abitato di più nella mia vita. Una località piccolina nella frazione di Cortogno - Casina.
Casina occupa una posizione geografica centrale nell'Appennino reggiano, a cavallo dei principali bacini fluviali: Crostolo, Tassobbio, Tresinaro, Cerezzola e Campola.
Casina è considerata il crocevia dell'Appennino, equidistante dai bacini dell'Enza e del Secchia. Non si è più in collina, ma non ancora in montagna e copre un’area variegata, compresa fra i 300 e i 700 mt di altitudine, ricca di campi e boschi, di borghi solitari e suggestivi punti panoramici.



La frazione di Cortogno, invece si trova nella Val Tassobbio. Gran parte della montagna, collina e pianura del Reggiano è conosciuta (se non solo dagli studiosi) come un area storicamente legata alla vita di Matilde di Canossa e del suo Principato, e la Val Tassobbio fa parte di questo territorio. Esistono però reperti archeologici e indizi storici che testimoniano siano esistite nella valle, consolidate presenze di vita di piccole comunità migliaia di anni prima del periodo dei Canossa.

per scaricare il volumetto ideata e realizzata dalla Proloco di Cortogno con il patrocinio del Comune di Casina  :
LA VALLE DEL TASSOBBIO - La vita nei secoli pima dei Canossa:




















foto di Davide Costoli

Sulla località Il Casello invece non ci sono cenni storici, se non quelli raccontati da mio zio che è nato e cresciuto qui. Racconta che fin da piccolo i suoi genitori dicevano che era un luogo di ristoro su suna strada mulattiera, dove si fermavano persone di passaggio a cavallo o con i carri in quanto c'era l'acqua buona di sorgente, cosa che è ancora presente oggi.



Il Casello visto dall'alto dove scorre la Campola



Ma torniamo ai nostri due borghi medioevali.
BERGOGNO

E' tra le borgate meglio conservate di tutto il territorio reggiano. e costituisce vivo interesse ambientale e architettonico.

foto di Joe Ganci

La strada che attraversa il paese prosegue con un percorso di antica origine, non carreggiabile, sino al torrente Campola, biforcandosi verso Cavandola/Canossa.

Il paese non è stato interessato da nuove costruzioni, rimanendo così intetto un suggestivo ambiente di corti e case-torre strette le une alle altre.
Secondo il Saccani in questa località doveva trovarsi l'antica chiesa del comune rurale di Monte dei Baratti nominato nelle decime del 1302.  In questa località risiedeva la famiglia dei conti Pegolotti e nel 1632 vi fu fondato un oratorio dedicato alla Concezione di Maria Vergine; l'oratorio fu restaurato nel 1851.
 Il nucleo presenta un impianto a sviluppo lineare disposto sulle falde settentrionali del Poggio Coste, alla destra del torrente Campola. Già con la costruzione della Strada Nazionale, nel 1785, sviluppatasi con un tracciato di crinale ed alte coste, il paese era stato relegato ad un ruolo secondario allacciato alla viabilità con una semplice strada mulattiera o per "birocci", ora completamente asfaltata e transitabile. (fonti: http://reggioemiliaturismo.provincia.re.it/page.aspIDCategoria=2949&IDSezione=21385&ID=372359 )

Adiacente al borgo ci sono ambienti aridi costituiti da rocce arenacee in cui crescono piante di origine mediterranea e ambienti freschi e umidi generati dalla stretta valle del torrente Campola in cui si incontrano i faggi che di solito vivono a quote più elevate. Varia anche la fauna tra cui i gamberi di fiume.


 
VERCALLO
Vercallo è un nucleo rurale disposto su un piccolo terrazzo tra il Monte Pulce e la profonda valletta del Rio Cerezzola e sorge su rocce di arenaria.  Dal borgo. si possono ammirare la valle dell’Enza e le montagne dell’Appennino parmense.
 
foto di Joe Ganci
Sono molto rare le notizie storiche riguardanti Vercallo. Da questo borgo rurale passava l’antica via matildica che univa il castello di Canossa a quello di Carpineti; altri dati sono ricavabili da ciò che di concreto rimane degli asntichi insediamenti.


Su uno delle sue case si distingue per la particolare seguente dicitura “AMA DIO NON FALLIRE FA BENE E LASCIA DIRE-LI 6 GIUGNO 1671”
È facilmente notabile l'esiguità del territorio coltivabile, sospeso sulla valle boscosa e ripida in fondo alla quale funzionava un mulino detto "del Diavolo", e la lontananza dalle altre borgate di Cortogno da cui dipendeva.
Si notano una casa-torre ed alcune bugne sui muri, forse resti di sculture apotropaiche, e alcuni portali
zigrinati.


Nella zona si conservano aspetti della vegetazione forestale tipici della fascia collinare medio-alta, comunemente denominata “dei querceti e dei castagneti”,che comprende boschi misti di querce, aceri, carpini e frassini.

2 commenti:

  1. Sono vie da percorre palmo a palmo e con lentezza. Bellissimo l'Appennino. Tutto. Questo poi, sarà per il fatto che è così vicino, è davvero poco conosciuto da noi.

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